venerdì 18 luglio 2008

Incantevoli paesaggi capoverdiani

Una decina di isole al largo della costa senegalese compongono l'arcipelago di Capo Verde, ex colonia portoghese, terra culturalmente più prossima al Brasile che al continente africano. Da qui proviene Cesaria Evora, classe 1941, voce prodigiosa e interprete straordinaria, per anni cantante in un bar di Mindelo (dov'è nata e tuttora vive), grande porto dell'isola di São Vincente. Il successo le arriderà tardi, agli albori degli anni '90, prima in Francia (dove oggi è un'autentica diva), poi nel resto del mondo. 

Le sue canzoni affondano le radici nella tradizione musicale di Capo Verde, la più antica e sincera passione di Cize (così la chiamano gli amici). Morna, dunque, la musica popolare nata dall'incontro tra il fado portoghese ed elementi ritmici brasiliani, e pervasa da un senso di nostalgica malinconia, quella che laggiù chiamano sodade. Ma anche coladera, altra espressione musicale di questa magnifica terra, più allegra, vivace e vicina ai ritmi afro-brasiliani. 

Stamattina ho messo su Voz d'Amor, il suo decimo album, una delle migliori uscite di Cesaria Evora (ad oggi, gli è seguito solo Rogamar che francamente mi convince meno), disco che raccoglie in prevalenza brani di autori capoverdiani. Il Poeta B. Leza (1905-1958), zio della cantante e leggendario autore di morna, al quale è dedicata l'apertura dell'album (Isolada). Gregorio Conçalves (Saia Travada) e Manuel Novas (Ramboja, Nha Coração Tchora), ovvero il recente passato e il presente della coladera. Ancora, Luis Morais, autorevole rappresentante della musica di Capo Verde scomparso nel 2002, dal cui repertorio Cize pesca la bella (e inedita) Velocidade. Theofilo Chantre - fido collaboratore di Cesaria - che, oltre al brano che dà il titolo al disco, firma la musica di Amdjer de nos terra (le liriche sono di Vitorino Chantre) e rivisita, peraltro magnificamente, Greenfields dei Brothers Four, che qui diventa Jardim Prometido. 

E' un amore incondizionato, quello che Cesaria Evora nutre per l'arcipelago africano, proprio come quello che traspare, con un'intensità disarmate, dai versi di Mar de Canal, il gioiello del disco. Un brano tradizionale, arrangiato da Fernando Andrade, in cui la "diva aux pieds nus" canta la nostalgia per il canale che divide le isole di São Vincente e San Anton. E attraverso le note, si scorge un'incantevole visione del porto di Mindelo. 

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