mercoledì 16 luglio 2008

Caetano Veloso, le chanteur de l’invention brésilienne


Giravo su quella miniera di filmati che è Youtube, e mi sono (piacevolmente) imbattuto in una registrazione tratta dal concerto che Caetano Veloso ha tenuto alla Reggia di Caserta domenica scorsa. Nel video, il cantautore brasiliano si esibisce, voz e violão e in un ottimo francese, in una bella versione de La mer del grande chansonnier Charles Trenet. Peccato non esserci andato anche questa volta, perché un concerto di Caetano Veloso è sempre un'esperienza a sé, solitamente indimenticabile.  

La storia di Veloso comincia sul finire dei '60 con un ellepì, Domingo, che lo vede esordire accanto ad un’altra artista bahiana, Gal Costa; un disco che sia apre, guarda il destino, con un brano che ancora oggi è tra i suoi più amati: Coraçao Vagabundo. Erano gli anni della Tropicália, il movimento che ha poi ribaltato la tradizione della musica popolare brasiliana, e che ha trovato nell’omonimo brano di Veloso (tra gli ideatori di quel progetto) un autentico manifesto - “[…] io organizzo il movimento / io oriento il carnevale / io inauguro il monumento / nell’altopiano centrale del paese…”. Da allora, sono passati più di quaranta anni, con altrettanti album e centinaia di concerti in giro per il mondo. 

Ma quella di Caetano è una vicenda artistica ed umana troppo lunga e densa di significati per essere raccontata su un taccuino come questo. Chi mi conosce, poi, sa che per l'artista brasiliano nutro una profonda ammirazione, che spesso mi porta ad essere esageratamente prolisso quando parlo di lui (d'altronde anche questo post dimostra che per me ogni occasione è buona per parlarne...). Per una volta, dunque, vi risparmio il panegirico e mi limito a consigliarvi - ma solo se non vi siete ancora avvicinati alla musica di Veloso - di ascoltare qualche suo disco (CirculadoPrenda Minha Omaggio a Federico e Giulietta sono buoni punti di partenza). 

Vi accorgerete che ciò che più risalta nell’arte del cantautore brasiliano, oltre all'accecante bellezza di alcune sue composizioni, è la costante ricerca del nuovo, quell’incessante voglia di sperimentare nuove forme espressive, confrontandosi ogni volta con linguaggi e tradizioni diverse. Sentirete affiorare la bossanova e il samba, tracce di Tropicalismo, i ritmi afro-reggae e i suoni dell’avanguardia newyorchese, la canzone tradizionale spagnola e gli omaggi alla musica pop e rock. Persino qualche canzone italiana. Sarà un bel sentire, vi assicuro. 

Quelle canzoni vi mostreranno la straordinaria apertura di Caetano Veloso verso tutto ciò che è altro e nel contempo vi diranno dell'autentica venerazione che l’artista nutre per il patrimonio musicale (ma culturale tout court) della propria terra (probabilmente la sua più grande fonte d’ispirazione). Questo, a mio avviso, è ciò lo rende davvero unico; di certo, il più autorevole messaggero che la musica brasiliana abbia oggigiorno.

Nessun commento: