domenica 13 luglio 2008

Piacevoli (ri)scoperte

Stamattina, nel bel mezzo delle pulizie di stagione, ho ripescato dal mio scaffale alcune incisioni di Charles Mingus (quelle per la Candid) che non ascoltavo da anni. 
Devo dire che, a distanza di quasi cinquant'anni dalla loro incisione, questi brani non hanno perso un grammo della loro freschezza. Ho deciso così di riproporre un breve articolo che scrissi nel lontano 2001 per l'ormai defunto web-magazine Ciao Jazz. Vuoi vedere che riesco a mettere la pulce nell'orecchio a quanti non si sono ancora accostati a tanta meraviglia... 

Mingus on Candid 

La carriera di Charles Mingus - contrabbassista, pianista e compositore nato a Nogales, Arizona, il 22 aprile del 1922 - è ricca di perle disseminate in un arco di tempo lungo poco più di 25 anni. Un quarto di secolo nel quale il musicista ha dimostrato di meritare ampiamente quel titolo di Barone che, scherzosamente assegnatogli, in un'ipotetica scala gerarchica dei grandi compositori jazz lo renderebbe secondo soltanto al sommo Duke Ellington. Un talento immenso e luminosissimo, quello di Mingus, corredato da una personalità tra le più vulcaniche e grintose dell'intero panorama jazzistico.

Nel 1959, a trentasette anni, il bassista vive quello che è forse l'anno più prolifico della sua carriera. Tra febbraio e novembre, il musicista compone alcune delle pagine più belle della sua produzione, nonché di tutta la letteratura jazzistica: Nostalgia In Time Square, Wednesday Night Prayer Meeting, Better Git It In Your Soul, Goodbye Pork Pie Hat, Bird Calls, Open Letter To Duke, My Jerry Roll Soul, Fables of Faubus. Brani indimenticabili, nei quali si mescolano lo swing e il be-bop, l'improvvisazione collettiva e il blues, la colta europea e l'hard-bop. Musica grandiosa, che ha spinto un noto critico a definirla come 'il ponte perfetto di collegamento tra le due rivoluzioni del jazz moderno', cioè il bop ed il free. Niente di più vero, laddove Mingus ha perpetuato gli insegnamenti dei boppers ed anticipato (già nei primi anni '50, con la musica del suo Jazz Workshop) gli argomenti di quella che sarà la New Thing.

All'indomani di quel fruttuoso 1959, dopo aver inciso per la Mercury il superbo Pre-Bird (maggio '60), Mingus decide di cambiare rotta e passo, sciogliendo il suo vecchio gruppo ed ingaggiando nuovi talenti. Si apre così alle tematiche d'avanguardia (lui che ne era stato tra i precursori!), lasciando i solisti liberi d'improvvisare e la sua musica diviene - se possibile - ancor più espressiva, viscerale, proiettata verso l'avvenire; ma resta, comunque, ancorata al blues e alla tradizione. Un suo fedelissimo, il trombonista Jimmy Knepper, ricorda: "[Mingus] voleva un'orchestra giovane. Pensava che noi fossimo troppo vecchi, e lui era preoccupato… Ornette Coleman era appena uscito fuori e suonava al Five Spot. Allora Mingus prese Curson e Dolphy e gli disse che voleva da loro le stesse cose che facevano Ornette Coleman e Don Cherry"(in Mario Luzzi, Charlie Mingus).

L'occasione per proporre la musica del nuovo quintetto arriva con il festival di Antibes, nel luglio del 1960. Sul palco fancese lo accompagnano i fidati Booker Ervin e Dannie Richmond, il giovane Eric Dolphy - che diverrà in breve tempo un cardine dei nuovi Jazz Workshop - ed il trombettista Ted Curson. Al gruppo si unisce a sorpresa Bud Powell, il più insigne rappresentante del pianismo bop, il quale lascia un'impronta indelebile in una versione a dir poco splendida di I'll Remember April. Il concerto è un vero trionfo; ciò nonostante, verrà pubblicato su disco, col titolo Mingus at Antibes, soltanto nel '76.

L'interessamento di Nat Hentoff, amico di Mingus, celebre critico e nuovo direttore artistico della Candid (coraggiosa etichetta che purtroppo avrà vita breve), arriverà di lì a poco. Nell'autunno del 1960, in sole due sedute d'incisione, Charles Mingus registra per la giovane label diciannove composizioni. Quelle di gran lunga più interessanti furono raccolte in un album, Charles Mingus presents Charles Mingus, considerato tra i suoi più memorabili. Il disco è registrato il 20 ottobre al Nola Penthouse Studios di NY, in quartetto con Ted Curson (tromba), Eric Dolphy (sax alto, clarinetto basso) e Dannie Richmond (batteria), e comprende quattro brani.

Apre le danze Folk Forms No.1, blues espressionista - già presentato da Mingus, in quintetto, al festival di Antibes - in cui risalta un mirabile assolo di Ted Curson. Segue la sarcastica Original Faubus Fables, vale a dire la versione originale del pezzo apparso su Ah Um, privo di parte cantata, col titolo Fables of Faubus. Ispirato ai fatti di Little Rock - dove il governatore Orval Faubus aveva impedito ad alcuni studenti neri l'accesso alla scuola media -, Original Faubus Fables è un brano caricaturale nel quale Mingus e Dannie Richmond lanciano vere e proprie invettive contro il politico razzista ("Name me someone who's ridiculous, Dannie. Governor Faubus!" recitano ad un certo punto). Un sincero 'manifesto politico', nonché uno dei massimi capolavori del Nostro, da qualsiasi profilo lo si osservi. Altra gemma contenuta in Mingus Presents Mingus è What Love?, composizione liberamente tratta da What Is This Thing Called Love di Cole Porter. Il 'cuore' di questo brano è dato da un poetico, allucinato duetto tra Mingus e Dolphy, nel quale i due improvvisano una originale conversazione, imitando, coi loro strumenti, la voce umana. Un momento di grande suggestione, che evidenzia la straordinaria capacità improvvisativa (ed espressiva) di Eric Dolphy - musicista del quale non mi stancherò mai di tessere le lodi -, qui alle prese con uno strumento ostico come il clarinetto basso. Chiude la bellissima All The Things You Could Be By Now If Sigmund Freud's Wife Was Your Mother, rivisitazione tutta mingusiana del famoso All The Things You Are.

Dalla seduta del 20 ottobre 1960 escono altri due brani, MDM ed una splendida Stormy Weather, inclusi poi in Mingus, un album che diverrà - col già citato Charles Mingus Presents Charles Mingus e con la Freedom Now Suite di Max Roach - tra i pezzi più pregiati del catalogo Candid. Un cenno particolare lo merita MDM - acronimo che sta per Monk, Duke & Mingus -, composizione ottenuta dall'incrocio di tre temi: Straight No Chaser di Monk, Main Steam di Ellington e Fifty-First Street Blues dello stesso Mingus. In questa registrazione, il contrabbassista è affiancato da un ensemble di tutto rispetto, formato da Ted Curson e Lonnie Hillyer (tromba), Eric Dolphy (sax alto, clarinetto basso), Charles McPherson (sax alto), Booker Ervin (sax tenore), Jimmy Knepper e Britt Woodman (trombone), Nico Bunink (piano) e Dannie Richmond (batteria).

Il brano che chiude Mingus, dal titolo Lock 'Em Up, è il frutto della seconda seduta d'incisione per la Candid, quella dell'11 novembre 1960. La composizione è ispirata al periodo trascorso dal bassista, sul finire degli anni '50, al Bellevue Hospital di New York, l'ospedale nel quale egli, afflitto da problemi psichici, aveva chiesto personalmente di essere ricoverato. In Lock 'Em Up (rinchiudeteli), registrata con organico allargato, troviamo al piano un giovane Paul Bley (già presente con Mingus in Pre-Bird ), mentre restano esclusi i trombonisti Knepper e Woodman. Lo stesso gruppo, ad eccezione di Curson, inciderà un altro pezzo pregevole intitolato Bugs, che sarà poi incluso nell'album Reincarnation Of A Love Bird, il terzo di Mingus per la Candid.

Album anche questo notevole, del quale, oltre alla title-track (ispirata a Charlie Parker, e già apparsa nel '57 sull'ottimo The Clown), vanno segnalati due brani, entrambi incisi in sestetto con la partecipazione straordinaria di Roy Eldridge, Tommy Flanagan e Jo Jones. Sono il frizzante R&R (a firma Roy Eldridge e Ray Brown), ed una rivisitazione del classico Body and Soul, che si apre con un chorus di Eldridge che evidenzia l'ottimo stato di forma del leggendario trombettista.

A completare il poker di lavori editati dall'etichetta guidata da Nat Hentoff, è Mysterious Blues, disco-raccolta che contiene pezzi originariamente inclusi negli LP a più mani The Jazz Life e Newport Rebels (Candid), nonché svariate alternative takes ed un inedito di Dannie Richmond (Melody From The Drums). Dal contro-festival di Newport (la rassegna 'ribelle' organizzata da Max Roach e dallo stesso Mingus per protestare contro la 'commercializzazione' del blasonato Newport Festival) sono tratti il lungo blues che dà il titolo all'album, la bella Wrap Your Troubles In Dreams e Me and You Blues, quest'ultime due suonate in quartetto ancora con Eldridge, Flanagan e Jo Jones. Tra le altre, emerge Vassarlean, brano che dimostra come Mingus fosse in grado di rielaborare i temi adattandoli perfettamente ad ogni contesto. La composizione, infatti, altro non è che Weird Nightmare - ballad del '46, maestosa e raffinata su Pre-Bird - riproposta in una nuova veste: strumentale e teneramente aggraziata.

(Aldo Scalini 2001)

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